CULTURA &TEMPO LIBERO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

L'editoriale

In primo piano

Temi precedenti

Scritti per Ventiquattro

A Milwaukee gli orti di città sfidano il fast food

di Anna Lagorio

Pagina: 1 2 di 2
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci

«... PAGINA PRECEDENTE
Lasciata l'Europa, Allen si trasferisce a Milwaukee con la moglie. Per un po' lavora come manager in una filiale di Kentucky Fried Chicken, poi entra alla Procter & Gamble, nel settore marketing. «E un bel giorno, ho deciso di comprare un pezzo di terra. Mi sono guardato intorno. È stato abbastanza facile. Negli anni Novanta ti prendevano per pazzo se volevi coltivare un orto nei sobborghi della città».

Nonostante il suo ruolo pionieristico, Allen non si sente né un ideologo né una star di questa new wave agricola. Sa che il momento è propizio, ma non vuole sbilanciarsi. «Quest'anno, negli Stati Uniti, dieci milioni di persone coltiveranno un orto per la prima volta. Ma non sappiamo quanti di loro continueranno. Probabilmente, almeno due milioni la-sceranno perdere appena arriverà la prima gelata». Quel che conta, secondo lui, è il dibattito collettivo che si sta scatenando un po' dappertutto.

Anche in Europa la questione è calda. E non solo fra ambientalisti o gastronauti in cerca di sapori autentici e a chilometri zero. In Danimarca, per esempio, il gruppo di designer e urbanisti Publik organizza The Hot Summer of Urban Farming, un festival dedicato alla discussione sul ruolo dell'agricoltura nella città contemporanea. A Parigi il Centre Pompi-dou ha avviato la vendita del Miel Béton, il miele urbano realizzato dall'artista Olivier Darné nella banlieu di Saint-Denis.

«I tempi sono maturi. Ora dobbiamo riuscire a far passare l'idea di trasformare le periferie urbane in riserve alimentari - continua Allen -. Ovunque i sobborghi sono caratterizzati da una povertà alimentare assoluta. Se le persone hanno a disposizione solo un fast food, mangeranno lì. Incominciamo a costruire delle alternative».

Ipnotizzati dal suo pragmatismo ottimista, gli ex allievi di Growing Power si stanno dando da fare. Negli ultimi sei mesi hanno convertito un capannone industriale in un alleva-mento ittico. Si chiamerà Sweet Water Organics e venderà pesce allevato con metodi biologici in un punto imprecisato della periferia di Milwaukee.

Happy end? Non per Allen che, fra una conferenza e l'altra, ha appena messo gli occhi su una nuova sfida: 77mila lotti vacanti nell'estrema periferia di Chicago. «Un tesoro immenso», confida ai suoi studenti. Loro lo guardano. E aspettano solo un cenno per imbracciare i rastrelli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-